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Buttafuoco scintillante sul parallelo (incongruo) Salvini-Mussolini e sull'”Italia ufficiale” che detesta gli italiani e fascistizza chi dà loro voce

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Per Paper First, la collana editoriale de Il Fatto Quotidiano, Pietrangelo Buttafuoco ha appena pubblicato un godibilissimo “Salvini e/o Mussolini”. Di che si tratta? Visto, ecco lo spunto da cui parte l’autore, che il mainstream italiano è impegnato notte e giorno nella fascistizzazione del nemico Salvini, Buttafuoco si diverte a costruire parallelismi, in realtà mostrando ad ogni pagina l’incongruità del paragone.

Un po’ gioco di prestigio, un po’ gioco di specchi, a volte agrodolce verso Salvini, ma sempre feroce verso l’Italia cosiddetta “perbene” che lo detesta, Buttafuoco ci regala ore di eccellente lettura. Solo a prima vista è un divertissement, per quanto colto e profondo.

Su un’immaginaria lavagna (ovviamente nera: inutile dirlo), tagliata in due da un tratto di gessetto, ecco alcune antinomie: i bacioni di Salvini e il saluto romano mussoliniano; l’ombra di Berlusconi e quella del Re; il braccialetto leghista e la cimice, cioè il distintivo fascista; la lite con la Chiesa bergogliana e la convergenza attraverso i Patti Lateranensi; le dirette Facebook e i cinegiornali; l’inevitabile felpa e la camicia nera; le insidie di Giorgia Meloni e quelle di Italo Balbo. E via via decine di altre evocazioni, a volte chiaramente affettuose (come quella di Maria Giovanna Maglie), altre volte più critiche da parte di un Buttafuoco in stato di grazia.

Dicevamo che c’è di più oltre alla dimensione del divertissement. Il libro coglie chirurgicamente un punto: “Non uno tra i più autorevoli giornali, nessuna autorità morale, vede nella Lega un normale soggetto della discussione pubblica”. Peggio: cos’è la Lega salviniana agli occhi di “istituzioni europee, grande finanza, e totalità delle sardine in piazza?”. Elementare, Watson: “La bestia trionfante dei più indicibili liquami: odio, razzismo, xenofobia, autoritarismo e violenza squadristica”, annota Buttafuoco.

E ancora: “Salvini piace alla gente che non piace a nessuno”. Chi sono?

“Quelli che non sanno parlare, quelli che hanno paura, quelli che alzano le saracinesche al mattino presto, lavorano, sputano, bestemmiano, sperano, a volte sparano, e non dicono mai la verità ai sondaggisti quando li interrogano, perché la demonizzazione di Salvini è una demonizzazione che riguarda soprattutto loro”.

È qui il cuore del libro. Salvini può piacere o no, e a Buttafuoco, si ha questa sensazione, forse non piace del tutto, ma nemmeno gli dispiace, e certamente gli è simpatico. Chi invece esce con le ossa rotte è il solito piccolo mondo antico, un po’ ZTL un po’ autoproclamata e autoassegnata cattedra etico-politica, che, a ben vedere, non ha un problema con Salvini, ma con la maggioranza degli italiani. Li disprezza, e quindi teme il leader che sembra capirli, rappresentarli, e perfino parlarne il linguaggio e dar loro voce. Peccati imperdonabili, a quanto pare.

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