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Stucchevole déjà-vu Pd: Letta una minestra riscaldata

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Quello a cui abbiamo assistito domenica scorsa è il solito spettacolo di un Pd in una confusione totale. Le parole pronunciate dal neo segretario Enrico Letta le abbiamo sentite e risentite innumerevoli volte uscire dalle bocche dei vari esponenti Dem. Un discorso che sembrava studiato a memoria, un po’ per accontentare tutti, un po’ per cercare di nascondere il vuoto cosmico di idee.

Letta riconosce che nel Pd c’è un problema di parità di genere – e ci sarebbe da ridere se non fossimo abituati da tempo ai vari sproloqui e alle finte battaglie in difesa del ruolo della donna proprio del Pd – per arrivare infine alla conclusione che esiste un ‘problema’ al loro interno.

Molte parole rivolte ai giovani, al loro futuro, e la promessa di dare battaglia per estendere il diritto di voto ai sedicenni. Quegli stessi giovani duramente colpiti dalle politiche messe in atto dai Dem in questi anni, che hanno costretto centinaia e centinaia di giovani italiani a fuggire all’estero. Surreale che chi ha contribuito a rovinare il futuro delle generazioni più giovani, oggi pretenda di farsi portatore di battaglie in loro favore. Bisognerebbe spiegare al neo segretario che le esigenze dei giovani sono ben altre: non il voto anticipato, ma strutture scolastiche adeguate, contratti di lavoro più equi, più possibilità di carriera, investire nello sport giovanile, giusto per citarne alcune.

Non poteva certo mancare un pensiero agli immigrati: “Voglio rilanciare lo ius soli, credo che sarebbe una buona cosa se il governo Draghi, il governo del tutti insieme, sia quello di una normativa sullo ius soli“. A dimostrazione di quanto il Pd sia lontano anni luce dalle reali necessità di un Paese che sta vivendo un momento drammatico dal punto di vista non solo sanitario ma anche economico-sociale. E anche qui, nulla di nuovo, solo l’ennesima conferma. “Se diventiamo il partito del potere, noi moriamo”, ha tuonato Enrico Letta, ricordandoci a suo modo che il Pd è l’unico partito a governare quasi ininterrottamente da dieci anni senza aver vinto una elezione. Partito del potere lo è già da tempo. Infine, ha concluso dichiarando “sono qui per vincere”, riferendosi alle prossime politiche.

Film già visto, canzoni già ascoltate, il Pd prova a rinnovarsi ma riparte da chi l’ha condotto fin qui.

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