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Ecco perché l’Italia ha bisogno di presidenzialismo e maggioritario

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Dopo quasi due mesi di stallo finalmente è chiaro: nessuno ha vinto le elezioni del 4 marzo. Né la Lega né il Movimento 5 Stelle. Infatti, nel sistema sostanzialmente proporzionale disegnato dal Rosatellum, per governare autonomamente era necessario raggiungere il 51 per cento dei consensi, percentuale irraggiungibile per tutti i partiti e tutte le coalizioni in lizza.

Insomma, lo stallo di queste settimane era abbastanza prevedibile. Soprattutto se si pensa alle logiche da maggioritario iperconflittuale con cui è stata condotta la recente campagna elettorale. Tra scontri verbali, insulti e fake news costruite ad arte per screditare il nemico era impensabile dar vita ad un’intesa tra poli avversari. E così è stato. Nonostante le lunghe trattative e nonostante le estenuanti consultazioni si è giunti ad un nulla di fatto.

Tutto questo perché i principali leader politici si sono mossi con logiche da maggioritario in un orizzonte spiccatamente proporzionale, che avrebbe richiesto una cultura politica di tipo consensuale. Una cultura basata sul rispetto reciproco, su valori condivisi e su visioni del mondo non contrapposte. Si è verificato l’esatto contrario. Infatti è emersa chiaramente l’incompatibilità totale tra le principali forze politiche italiane: centrodestra, Movimento 5 Stelle e Pd. L’unica alleanza possibile sarebbe stata quella tra Di Maio e Salvini, ma il secondo non si sarebbe mai potuto sganciare dall’alleanza con Berlusconi, pena l’implosione di tante giunte regionali e comunali.

Alla luce di tutto ciò, il sistema politico italiano si trova ad un tornante decisivo perché non può più prescindere da una riforma istituzionale seria in grado di rendere il Paese governabile. È necessaria una riforma costituzionale in senso presidenziale a cui associare una legge elettorale d’impianto maggioritario. Magari a doppio turno per eliminare gli effetti distorsivi del tripolarismo odierno. Ad oggi, un tale progetto sembra impossibile ma questa appare la via maestra per chiudere con il passato e dar vita ad un vero sistema dell’alternanza. A ben vedere un tale disegno concluderebbe l’infinita transizione avviatasi con Mani Pulite. Sarebbe davvero l’avvio della Seconda Repubblica.

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