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Perché la proposta di portare Israele nell’Ue non ha senso

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Ciclicamente nella discussione politica italiana viene avanzata la proposta tanto originale quanto bislacca di far entrare lo Stato di Israele nell’Unione europea.

Il primo a farsi portavoce di questa possibilità fu Marco Pannella, poi politici del calibro di Silvio Berlusconi ed Emma Bonino l’hanno rilanciata e vari giornalisti ed editorialisti ne hanno discusso.

Sicuramente la volontà era mostrare tutto il personale supporto allo Stato ebraico, ma forse la destinazione di approdo, ovvero l’Unione europea, non ha mai mostrato tutta questa sintonia con Israele.

In effetti, la domanda che un osservatore acuto si porrebbe, sarebbe: in quale Unione europea dovrebbe entrare?

In quella dell’ormai ex alto rappresentante Federica Mogherini, celebre per le sue foto con Arafat, sostenitrice dei movimenti palestinesi e dell’accordo sul nucleare iraniano, e più in generale del disgelo con Teheran?

In quella dell’attuale titolare della PESC Josep Borrell, il quale mesi fa ha ammesso candidamente che Israele dovrebbe convivere con il fatto che l’Iran voglia spazzarlo via?

In quella Unione che non definisce come terrorista il movimento Hezbollah e che ha rimosso dalla lista delle organizzazioni del terrore Hamas?

In quella della Corte di Giustizia che ha recentemente imposto di etichettare in modo differente i prodotti provenienti da Israele o da quelli degli “insediamenti”?

O proprio in quella che non riconosce Gerusalemme come capitale unica ed eterna dello Stato di Israele?

Questo elenco potrebbe essere più lungo ma è sufficientemente esaustivo per mostrare quanto sia folle e completamente irrealistica questa ipotesi.

L’Ue riconosce i confini dello stato ebraico antecedenti al 1967 e non riconosce in nessun modo come territori israeliani le Alture del Golan, Gerusalemme Est e l’intera Cisgiordania (Giudea e Samaria per gli ebrei).

Israele non accetterebbe mai di sottostare alla giurisdizione di una Corte di Giustizia che si è già espressa in più sentenze in modo avverso e mai di lasciare lo speciale rapporto con gli Stati Uniti in favore di quello con stati europei che mai l’hanno difesa attivamente. Ed infatti Israele non ha mai avanzato nessuna ufficiale richiesta di adesione all’Unione.

Tale proposta verrà di nuovo rilanciata in un prossimo futuro e quasi sicuramente le condizioni non saranno mutate.

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